Dalla ferita del costato di Cristo continua a sgorgare quel fiume che non si esaurisce mai, che non passa, che si offre sempre di nuovo a chi vuole amare. Solo il suo amore renderà possibile una nuova umanità. (219)
4 Marzo 2025 – Papa Francesco

Dalla ferita del costato di Cristo continua a sgorgare quel fiume che non si esaurisce mai, che non passa, che si offre sempre di nuovo a chi vuole amare. Solo il suo amore renderà possibile una nuova umanità. (219)
È dunque per essere martiri del suo amore che Dio vi chiama ad essere in questo Istituto. Ma dov’è il Sacrificatore? … Gesù Cristo e la sua carità: ecco il sacrificatore e il fuoco del sacrificio! … E dov’è la vittima? … La vostra volontà, mie carissime! (Conversazioni ascetiche, pag. 9)
Non creder no, che quando in croce eretto
vidi a gli estremi il mio Gesù condutto,
in questo cor sotto un tranquillo aspetto
fosse ogni senso di pietà distrutto.
Anzi al veder quell’adorato oggetto
di sangue e di pallor livido e brutto,
tanto era il duol nell’anima mia ristretto,
che del mar pareggiò l’amaro flutto;
ma pensando che l’uom per Lui salvato
fora a prezzo di sangue, e insiem conquiso
di Lucifero il regno e del peccato,
il decreto adorai, ch’era in ciel fiso,
e perciò volli anch’io che il figlio amato
fosse a tal fine sì crudelmente anciso.
(Sonetto LI)
Un cuore umano che fa spazio all’amore di Cristo attraverso la fiducia totale e gli permette di espandersi nella propria vita con il suo fuoco, diventa capace di amare gli altri come Cristo, facendosi piccolo e vicino a tutti. (203)
Maria, come potesti il tuo Diletto
Figlio esangue mirar a ciglio asciutto,
senza che il cor ti si spezzasse in petto
e la pena crudel di tanto lutto?
Egli era pur, del divo Amor concetto,
de le viscere tue l’unico frutto,
cui sempre amasti con immenso affetto
e in pregio più che il mondo tutto.
Or come dunque s’è il tuo cor cangiato
sì che appena la madre in te ravviso
del Crocifisso, che ti pende a lato?
Si addolora a tal vista il Paradiso,
trema la terra, il sol geme oscurato,
e tu stai ritta, e non ti cangi in viso?
(Sonetto L)
Immaginiamoci che Maria SS.ma ci consegni un uomo che è tutta una piaga, da capo a piedi; in più, è sì afflitto e addolorato internamente che ha bisogno di sollievo. … Questo Uomo è Gesù, è il nostro sposo, e noi le sue riparatrici. Non è così? …
Quali sono le medicine e i rimedi? … Non abbandonarlo mai!
Gran carità e amore è l’unguento per medicarlo.
Maria SS.ma sarà consolata vedendo il suo Gesù nelle mani delle riparatrici. (Esortazioni spirituali, n. 28)
Alla luce del Sacro Cuore, la missione diventa una questione d’amore, e il rischio più grande in questa missione è che si dicano e si facciano molte cose, ma non si riesca a provocare il felice incontro con l’amore di Cristo che abbraccia e che salva. (208)
Le vere Riparatrici non vivono per sé, ma per Dio, non respirano che per Dio. Di voi deve dirsi: non siete più vostre; voi siete le vittime del Signore in unione con Gesù Cristo per la riparazione della gloria del Divin Padre e per la salvezza delle anime. (Conversazioni ascetiche, pag. 71)
Mentre di notte la natura tace
ne la quiete immersa e nel sopore,
l’Alma mia veglia, e col suo dolce Amore,
in quel silenzio conversar le piace. (Sonetto X)
Oggi tutto si compra e si paga, e sembra che il senso stesso della dignità dipenda da cose che si ottengono con il potere del denaro. … L’amore di Cristo, Lui solo può liberarci da questa febbre in cui non c’è più spazio per un amore gratuito. (218)