Alla “scuola” dell’Amore: matrimonio e verginità
Con il titolo di “Domenica in Comunità” si è inaugurato il 10 novembre scorso un nuovo percorso di incontri, con modalità un po’ diverse dalle precedenti. Come sempre siamo stati accolti con amore dalle Sorelle della Riparazione e da mons. Claudio Stercal che ci ha introdotti al cammino spiegando la genesi di questa proposta che mette a tema l’amore come senso totale della vita. L’amore è naturale e universale, ma ha bisogno di essere educato.
Sì, è necessario essere educati ad amare per diventare sempre più consapevoli della centralità dell’amore nella nostra vita. Non è immediato, né forse possibile imparare ad amare come ama Gesù, ma Lui ci guida ad interpretare la vita come esperienza di un itinerario che ci accompagna progressivamente alla pienezza dell’amore, che è Dio. Una conquista che si realizza attraverso la bellezza e la fatica, a volte dolorosa.
Le testimonianze ascoltate e i confronti che ne sono scaturiti, ci hanno portato al midollo della vita, proprio laddove il midollo è stato spezzato nel suo germoglio più promettente. Laddove i progetti di vita sono stati sconvolti, ribaltati e messi di fronte a scelte radicali. Gli sposi Francesca e Luca, Madre Margaret, Pietro, hanno saputo toccare profondamente il nostro animo, raccontando con semplicità e grande generosità gli eventi cardine della loro vita. Eventi inaspettati che sono diventati in seguito la cifra perfetta della loro esperienza esistenziale.
Un cammino che ha preso avvio con l’accettazione della propria fragilità e l’umiltà di chiedere aiuto, e continuato con la consapevolezza della forza con cui Dio ci equipaggia per renderci all’altezza di certe sfide. Hanno scoperto e ci hanno raccontato cosa può avvenire affidandosi a Dio. La fede è avere la certezza che Dio ti ama, specialmente quando ancora non riesci a cogliere la prospettiva più vera del tuo cammino, e quindi la tua vera vocazione. La fede è conquistare la certezza che l’amore vincerà sempre.
Come suggerisce mons. Stercal l’amore è il cuore, condiviso, del cristianesimo. Oggi illustrato bene dalla variabilità delle nostre esperienze e dei nostri stati di vita e, allo stesso tempo, dalla comunione forte di ciò che ci unisce e dalla nostra fratellanza universale, che ci permette di dialogare e comprenderci veramente, al di là delle differenze.
Un incontro che ha certamente contribuito a educarci alla speranza, a non demordere, a saper guardare verso la luce di quell’amore divino che permea l’esperienza umana di ogni creatura, accomunandoci tutti. Abbiamo fatto esperienza di una reciprocità feconda e di un linguaggio che può essere parlato e compreso da chiunque.
Abbiamo vissuto una grandezza straordinaria negli interventi di chi ha portato la propria testimonianza e nel silenzio vibrante che ha attraversato tangibilmente i nostri animi, nell’ascolto profondo, nel pensiero, nella preghiera personale e comunitaria.
Madre Maria ci ha salutati con l’augurio che questo cammino di comunità prosegua con la pienezza con
cui si è realizzato durante questo primo incontro. Che possa servire a conoscersi più a fondo. Nel condividere le nostre esperienze attraverso le testimonianze che scaldano il cuore, e muovendoci insieme verso un’inestinguibile ricchezza di senso.