Le Opere

L’ opera principale

Padre Carlo Salerio vede nell’adorazione eucaristica riparatrice l’opera principale alla quale l’Istituto dovrà dedicarsi: «Grande e solenne, caro ed amabile impegno che vi è affidato come Riparatrici delle offese che si fanno tuttodì a Gesù ed al tempo stesso sorgente d’ineffabili consolazioni per voi, e mezzo validissimo per procurare la vostra e l’altrui santificazione vi sarà il tenere perpetua compagnia a Gesù nel Sacramento del suo Amore». (P. Salerio:“Dell’adorazione perpetua del SS. Sacramento”) 

Utilizza quattro vocaboli appropriati per descriverne la sublimità: 

E’ un impegno: grande: fra i molti ed importanti che si possono svolgere quello dell’adorazione è l’impegno più grande, sublime ed eccelso: non ve n’è altri che lo eguagli. E’ invidiabile perché degno di ammirazione e stupore.  

solenne: per i “grandi della terra” si usano solitamente imponenti cerimonie di protocollo; per un cristiano – e ancor più per una consacrata – l’adorazione è l’atto di culto più significativo perché introduce nel luogo del “sacro”, nell’abitazione di Dio.

caro poiché induce a trovarsi e ritrovarsi “a casa”, insieme alla Persona con la quale si condivide l’esistenza e si cresce nella familiarità: «Gesù è amico, e l’Amico vuol stare con l’amico!» (C. Salerio).

amabile; esistono attività che attraggono e altre che infastidiscono e ripugnano. L’adorazione è un impegno gradito e desiderato; è un impegno che distende, soddisfa, tranquillizza, dona pace e serenità, ispira riconoscenza. (ibid) 

… E continua: «Oh! quante dolcezze vi son preparate se con fervore ne manterrete la pratica! Il solo pensiero che ivi sta realmente presente il vostro benedetto Salvatore, il vostro Maestro, lo Sposo tenerissimo delle anime vostre, vi dovrebbe ispirare coraggio, ardore, gioia straordinaria la quale suscitar dovrebbe nei vostri animi una viva incessante brama di starvene perpetuamente con Lui, di cercarlo, di correre a Lui con quello stesso ansioso amore con cui correva a Lui la Maddalena in Betania, e lo cercava il mattino della sua  Risurrezione.

Non andate, ma correte a Gesù nel suo Sacramento sia per adorarlo sia per riceverlo comunicandovi! 

La cognizione delle vostre miserie non deve impedirvi dal correre a lui con trasporto; l’umiltà non deve togliervi la confidenza, anzi inspirarvene di più per una maggior riconoscenza verso di lui che vi chiama a sé sì vicine quantunque povere peccatrici. … 

Invitate per l’adorazione, volino i vostri piedi al suo Altare, ed ivi prostese nella più profonda umiliazione penetratevi degli stessi sentimenti di cui sarà stato penetrato il Cuor di Maria quando preso Gesù bambinello tra le sue braccia, involtolo in poveri pannolini, lo  reclinò nel presepio, e prima fra tutte le creature lo adorò Dio ed Uomo. Adoratelo cogli stessi sentimenti di fede, d’ammirazione, di riconoscenza, d’amore»

(P. Salerio: “Dell’Adorazione perpetua del SS. Sacramento”) 

Canto Son qui Gesù

Il Venerato Fondatore desiderava realizzare un ostensorio che traducesse solennemente il concetto della riparazione nella magnificenza del disegno, nella perfezione e squisitezza del lavoro, nella ricchezza del metallo, nella preziosità delle gemme. E vi riuscì.

Due articoli delle nostre Costituzioni precisano:

«Il nostro inserimento in Cristo, che ha nella celebrazione dell’Eucaristia il momento culminante della giornata, viene rivissuto efficacemente nell’adorazione perpetua a Gesù Sacramentato, come mezzo validissimo per riparare le offese fatte a Dio e procurare la santificazione personale e altrui». (133)

«Nelle Case sufficientemente numerose l’adorazione verrà fatta continuamente di giorno e di notte, dinanzi al SS.mo Sacramento riposto nel tabernacolo. La Suora della Riparazione, per vivere la sua vocazione di adoratrice, si impegnerà a sostenere settimanalmente almeno tre ore di adorazione» (134).

A questo nobilissimo impegno, che lascia trasparire visibilmente l’identità carismatica delle nostre origini, hanno tenuto fede le Sorelle che ci hanno preceduto e anche noi oggi possiamo attestare che, nonostante la diminuzione numerica e grazie alla differenza del fuso orario, riusciamo a mantenere l’adorazione eucaristica nelle ventiquattro ore della giornata . 

Al Signore Gesù chiediamo la grazia di rimanere fedeli a questa significativa espressione della nostra spiritualità dalla quale dipende la fecondità del nostro servizio apostolico.

Non solo noi religiose, ma anche i laici attingono a questa perenne Sorgente d’amore grazie al Movimento del “Monastero spirituale” che, sorto nel novembre 2009, conta oggi oltre cento aderenti i quali si impegnano in un’ora di adorazione settimanale.