Il Venerato Fondatore desiderava realizzare un ostensorio che traducesse solennemente il concetto della riparazione nella magnificenza del disegno, nella perfezione e squisitezza del lavoro, nella ricchezza del metallo, nella preziosità delle gemme.
E vi riuscì.
Il lavoro fu affidato al cesellatore Bellezza e al suo allievo Bellosio, che lo ultimò.
Purtroppo Padre Carlo Salerio non ebbe la soddisfazione di vederlo realizzato perché fu ultimato dopo la sua morte.
Curioso è constatare che fu una signora protestante a donare un’ingente somma per iniziare l’ammirabile lavoro, come riconoscenza per la grazia della sua conversione al cattolicesimo.
L’ostensorio è realizzato in argento massiccio, alto novantadue centimetri, di stile bizantino.
Si presenta con linee perfette, archi graziosi e ardite guglie.
È strutturato in diversi basamenti, che hanno ciascuno uno speciale disegno, eseguito con gusto paziente e perfetto.
Ogni disegno richiama il piano della salvezza operato da Gesù Cristo e ci dispone ad un atteggiamento di Venerazione ed Adorazione.
Il piedistallo è ornato da tre statuette di argento dorato, alte dieci centimetri, raffiguranti i tre Profeti che profetizzarono il Mistero Eucaristico.
Il Santo Re Davide canta sull’arpa: «Davanti a me Tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici».
Il Profeta Isaia legge nel futuro ed esclama: «Veramente tu sei un Dio nascosto, Dio di Israele, salvatore».
Il Profeta Malachia profetizza le glorie dell’Eucarestia: «Grande è il tuo nome fra le genti e in ogni luogo è offerto incenso al tuo nome e un’oblazione pura».
Tra i Profeti sono incise tre medaglie raffiguranti scene dell’Antico Testamento, che preannunciano Gesù nel mistero della Redenzione.
L’Agnello immolato è risorto, simbolo di Cristo morto e risorto. È Lui che apre il libro della vita, chiuso con sette sigilli. La lettura del libro dell’Apocalisse ne fa scoprire tutta la ricchezza di significato.
Il popolo d’Israele non ha tardato a cadere nell’idolatria (vitello d’oro); ma Dio perdona il popolo. Dona di nuovo le tavole della legge, sancendo così l’alleanza.
Mosè scende dal monte raggiante con in mano le tavole della legge.
Poi innalza su di un bastone il serpente di bronzo, prefigurazione di Cristo crocifisso, nostro Salvatore.
L’Arca dell’Alleanza, nella simbologia cristiana rappresenta Maria, che portò nel suo grembo Gesù Cristo, pegno della «nuova alleanza» tra Dio e gli uomini, così come l’Arca portava le Tavole della Legge, pegno dell’alleanza antica.
Sopra troviamo, in altre medaglie, il monogramma di Gesù Cristo: il “chi-rò”, è composto dalle lettere greche Chi (Χ) e Rho (Ρ) iniziali del nome greco di Cristo. Esso è completato con la prima e l’ultima lettera dell‘ alfabeto greco: alfa (Α) ed omega (ω), secondo quanto detto nel libro dell’Apocalisse a proposito di Gesù Cristo: principio e fine.
A sostegno della cupola, un elegante intreccio di tralci di vite ricchi di pampini e grappoli d’uva.
La decorazione è inoltre arricchita da colombe.
Ed ecco la parte centrale, luogo dell’esposizione Eucaristica.
È composta di sei archi sorretti da sei colonnine, che posano sopra un piano ornato di pietre dure.
Anche i capitelli e gli archi sono ricchi di perle, turchesi e rubini.
L’Ostia, essendo la più fulgida emanazione del SS.mo Cuore di Gesù, sorge tra le fiamme di ardenti rubini che partono da un cuore d’argento dorato. Questo è cinto da una corona di spine formata di brillanti ed è sormontato da una piccola croce.
Il Cuore di Gesù regna sulla Terra e poggia sulle teste dei quattro Evangelisti che Lo hanno manifestato al mondo.
Nel mondo sono raffigurati, in dettaglio, i continenti e gli oceani realizzati in smalto di vario colore.
A chiusura dell’Ostensorio si erge una cupola che richiama quella di un tempio. Su di essa si innalzano dodici statuette, distribuite su due piani che raffigurano alcuni Apostoli, baluardi della nostra fede, e Santi Dottori che hanno scritto riguardo l’Eucarestia.
Sulla sommità è posta la statua della Religione, a compendio del nostro credo.
Il Cardinale Andrea Carlo Ferrari, in occasione del Congresso Eucaristico del 1895, lo volle per le celebrazioni liturgiche di Adorazione Riparatrice, in Duomo a Milano.